Podio rubato per Kevin Ceccon a Suzuka

Kevin Ceccon ha completato un’altra prova maiuscola a Suzuka, teatro dell’ottavo round della stagione FIA WTCR 2019, ad un anno di distanza dal round che lo vide scrivere il proprio nome nell’olimpo delle corse turismo, riportando il marchio Alfa Romeo alla vittoria nel mondiale dopo 11 anni. Sempre al volante dell’Alfa Romeo Giulietta Veloce TCR by Romeo Ferraris, il bergamasco aveva tagliato il traguardo in terza posizione nell’ultima gara del week-end, seppur una penalità di 5 secondi per un contatto con Rob Huff, lo ha costretto al sesto posto finale. Nonostante questo, Kevin è stato tra i protagonisti indiscussi del fine settimana, unico in grado di recuperare cinque posizioni in un circuito, quello Est dell’impianto giapponese, che con i suoi 2243 metri rappresentava una vera insidia. Per ragioni di sicurezza era infatti stata abbandonata la versione Grand Prix che lo aveva consacrato dopo il debutto in corso di stagione nel 2018, non privando tuttavia l’italiano di una prestazione di alto livello. Ceccon era stato anche autore di una bella battaglia per il podio con Gabriele Tarquini, conclusasi a favore del Cinghio, ma grazie all’ottavo posto di gara-1, Kevin ha completato un filotto di ben cinque gare consecutive in zona punti, contando anche le due di Ningbo. Il bergamasco è ora 19° in graduatoria con 92 lunghezze, aiutando Team Mulsanne nella classifica team nell’impresa di precedere le squadre Audi.

Kevin Ceccon
“Se pensiamo a quanto pochi siano 10 secondi nella vita, in pista e nello specifico a Suzuka mi sono costati un primo e terzo posto nel giro di un anno. Ho ricevuto da inizio anno talmente tante di quelle sportellate da non contare le ammaccature, ma la direzione gara ha ritenuto che il mio contatto con Huff non fosse regolare. Poco male, perché nonostante ci abbiano tolto il podio, abbiamo comunque concluso davanti a loro in classifica con l’aggravante della safety-car. Le posizioni che ho recuperato, ancora una volta come a Ningbo, sono state reali e sotto gli occhi di tutti, nessuno come noi è stato altrettanto coraggioso ed aggressivo. Arrivavamo in Giappone con 40 chili in più, e nonostante questo ci siamo difesi al meglio. Le prossime gare di Macao e Sepang saranno l’occasione di rifarci, non tanto per me, quanto come ricompensa per i miracoli che i ragazzi ad Opera stanno compiendo in questo progetto”.